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Ermete Trismegisto nel cortile fermo

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Che razza d’acqua è questa? Piatta, in posa da granito. 

Stentorea per un lungo tratto - passo su quanto affiora.

La conoscenza si innalza ben oltre qualsiasi

punto di arrivo - e in più avanza.

Ormai anche l’acqua è diversa tra una razza e l’altra;

e traversarla implica un corrimano tra un dio 

e il prossimo - pure uno solo con se stesso

dov’è riposto - come un libro illegibile 

aspetta una mano che lo scelga.

“Quale pensiero mi fa nascere adesso che sia di me 

almeno un terzo?”

Ho preso visione dei cinque decenni e migliaia

di secoli. Ho ascoltato invocazioni da marmo,

ho risposto da muto dipinto come curvo, 

ho saldato le voci con velocità.

Un orecchio profondo mi fa sbarcare che tipo

le fascine autunnino prima al verde

prese dalla miseria quando si legna; 

sapere significa aver visto tanto - io, 

messaggero distratto dalle trombe dell’universo

che per me è questo vociare indistinto

venuto alla luce da occhi neri - e tocca ancora i sensi. 

Mi dà una mano l’idea che tira un dio - preambolo

del verbo dentro le forme.

 

 cristina bizzarri - 24/12/2020 09:13:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Geniale il modo, la forma, l’indistinto e come trasmette miriadi di storie in una, forse unica storia di tutte. Davvero rara.

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